- La Redazione Puglia Bianca

- 27 mag
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Aggiornamento: 10 giu
La leggenda dei Trulli Siamesi di Alberobello è una delle storie più affascinanti del folklore pugliese, intrecciando amore, gelosia e divisione fraterna.

La storia dei Trulli Siamesi
Nel cuore di Alberobello, lungo la scalinata di via Monte Nero, si erge una singolare costruzione: due trulli uniti, noti come i "Trulli Siamesi".
C’era una volta, tra le morbide colline della Puglia, un piccolo villaggio di pietra bianca e tetti conici, chiamato Alberobello. In mezzo a questo borgo fiabesco, si ergevano due trulli gemelli, così vicini da sembrare un cuore diviso a metà.
Molti secoli fa, in quel luogo magico, vivevano due fratelli. Erano nati lo stesso giorno, a pochi minuti l’uno dall’altro, e cresciuti inseparabili, come le due querce intrecciate che ombreggiavano il loro podere. Il destino li aveva fatti custodi di un trullo grande e possente, che si diceva costruito con le mani degli spiriti della terra.
Ma un giorno, tra i rintocchi dorati del tramonto, apparve una fanciulla. I suoi occhi brillavano come le acque dell’Adriatico e i suoi capelli danzavano al vento come rami di ulivo. Il suo nome era Luna, ed era bella come una leggenda dimenticata.
Entrambi i fratelli se ne innamorarono.
Il maggiore, fiero e impaziente, chiese subito la sua mano, certo che l’amore si potesse reclamare come un’eredità. Il minore, più silenzioso, teneva il suo amore nascosto, come una fiamma che brucia senza far fumo.
Ma il cuore di Luna batteva per il fratello minore. E qui cominciò l’incanto amaro.
Per volere del padre, Luna fu promessa al maggiore, e i tre vissero per un breve tempo sotto lo stesso tetto. Ma l’amore non si può ingabbiare. La gelosia crebbe come edera velenosa, e i giorni si fecero cupi.
Una notte di vento e stelle, il trullo emise un gemito profondo, come se piangesse. Le pietre si mossero, e l’edificio si spaccò in due, creando due case, ciascuna con una porta rivolta verso direzioni opposte. Una verso l’alba. L’altra verso il tramonto.
I fratelli non si parlarono mai più.
Si dice che, ancora oggi, se si cammina in silenzio tra i trulli gemelli, si possa udire un sussurro nel vento:
“L’amore non divide… ma la paura sì.”
E così vissero separati per sempre, ciascuno prigioniero del proprio trullo, della propria scelta, e della propria ombra.



